François-Xavier Nguyên Van Thuán
- infocarceriamoci
- 13 mag 2017
- Tempo di lettura: 3 min
LA VITA IN BREVE
Nacque a Huế il 17 aprile 1928 e fu ordinato sacerdote l'11 giugno 1953. Apparteneva alla stessa famiglia, di antica tradizione cattolica, del presidente sud-vietnamita Ngô Đình Diệm e dell'arcivescovo Pierre Martin Ngô Đình Thục, fratello di quest'ultimo.
Nominato vescovo di Nha Trang il 13 aprile 1967, nel 1975 fu nominato arcivescovo coadiutore di Saigon; due giorni dopo fu arrestato dalla polizia. Trascorse 13 anni in prigione, di cui nove in isolamento. Venne liberato il 21 novembre 1988.
Papa Giovanni Paolo II lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 21 febbraio 2001.
Morì alle 6 del 16 settembre 2002 all'età di 74 anni per un carcinoma del colon-retto.
Raccontiamo ora la storia di Francesco Nguyen Van Thuan, un vietnamita.
Fino al 23 aprile 1975 è stato, per 8 anni, vescovo di Nhatrang, nel centro del Viet Nam, la prima diocesi che gli è stata affidata. Il 23 aprile 1975 Paolo VI lo ha promosso arcivescovo coadiutore di Saigon. Quando i comunisti sono arrivati a Saigon, gli dissero che questa nomina era frutto di un complotto tra il Vaticano e gli imperialisti, per organizzare la lotta contro il regime comunista. Tre mesi dopo, fu chiamato al Palazzo presidenziale per esservi arrestato: era il giorno dell'Assunzione della Beata Vergine, 15 agosto 1975.
Francesco non voleva aspettare, voleva vivere il presente, colmandolo di amore.
Una notte arrivò l’illuminazione: scrivere lettere alle varie comunità come faceva San paolo quando era in prigione.
Incontrò il mattino seguente Quang, un bambino di sette anni, a cui chiese dei vecchi blocchi di calendari.
In questi vecchi blocchi di calendari, Francesco scriveva lettere ogni notte per il suo popolo, e la mattina Quang passava a raccoglierli e li portava poi a casa per farli ricopiare ai fratelli e alle sorelle. Così è stato scritto il libro “Il cammino della speranza”.
Francesco si trovava nel carcere di Phu-Khanh, stava male, era tenuto in cattive condizioni, ma ormai non gli importava più nulla. “Scegliere Dio e non le opere di Dio: Dio mi vuole qui e non altrove.” dice.
Il tempo passa lentamente in prigione, in particolare durante l'isolamento. Se si immagina una settimana, un mese, due mesi di silenzio... Sono terribilmente lunghi, ma quando si trasformano in anni, diventano un'eternità.
In carcere non ha potuto portare con se la Bibbia; allora ha raccolto tutti i pezzetti di carta che ha trovato e si è costruito una minuscola agenda, in cui ha riportato più di 300 frasi del Vangelo; questo Vangelo ricostruito e ritrovato è stato il suo vademecum quotidiano, il suo scrigno prezioso da cui attingere forza e alimento mediante la lectio.
Molte volte gli è stato chiesto se avesse avuto la possibilità di partecipare all’eucarestia… lui risponde di si, ma la seconda domanda che gli viene posta riguarda il procurarsi il pane e il vino: come ci è riuscito?
Francesco, quando è stato arrestato, ha dovuto andarsene subito, ma nei giorni seguenti ha potuto richiedere i beni a lui necessari.
Il vino gli è stato fatto recapitare come “medicina contro il mal di stomaco”.
Ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua nel palmo della mano, celebrava la sua Messa. Non è sempre tutto facile però: a volte la Messa la doveva celebrare in altri modi, adattandosi alle circostanze.
Quando Francesco viene posto in isolamento, viene prima affidato a un gruppo di cinque guardie: due di loro sono sempre con lui. I capi, le cambiano ogni due settimane con un altro gruppo, perché non siano «contaminati» da esso. In seguito hanno deciso di non cambiarli più, altrimenti tutti sarebbero stati contaminati!
All’inizio le guardie non parlano con lui e si limitano a risposte secche come “yes” o “no”.
Francesco voleva essere gentile con loro, ma essendo povero, non aveva niente da regalargli… anche in questo caso trovò una soluzione!
Francesco, in realtà, è ancora molto ricco. Lui ha l'amore di Cristo nel cuore. Cerca di amare loro come Gesù ama lui. L'indomani cominciò ad amarli, ad amare Gesù in loro, sorridendo, scambiando parole gentili, raccontando anche dei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo… pian piano diventarono amici.
L'atmosfera della prigione è molto cambiata, la qualità delle loro relazioni è molto migliorata. Perfino con i capi della polizia.
Sulle montagne di Viñh Phú, nella prigione di Viñh Quang, un giorno di pioggia dovette tagliare la legna. Chiese alla guardia di poter tagliare un pezzo di legno a forma di croce, la guardia inizialmente tentennò, in quanto i simboli religiosi erano vietati, ma poi glielo lasciò fare.
In un’altra prigione chiese un filo elettrico alla guardia (ormai amica),ma quest’ultimo non era d’accordo. Francesco riuscì a convincerla e, dopo tre giorni, gli arrivò il filo tanto desiderato.
Dopo qualche ora di lavoro, quel filo diventò la catena per la croce, quella croce che porta con sé ogni giorno

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