Asia Bibi
- infocarceriamoci
- 12 mag 2017
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1. Pakistan. Asia Bibi, un'odissea cominciata nel 2009
(Lu.C.) giovedì 23 luglio 2015
19 giugno 2009 Inizia l’odissea giudiziaria di Asia Bibi. Durante la raccolta delle bacche, nel villaggio di Ittanwali, la donna litiga con alcune vicine. Che la denunciano, falsamente, di blasfemia.
11 novembre 2010 Il tribunale di Nankana condanna a morte Asia Bibi, senza alcuna prova. Immediatamente, la difesa presenta istanza di ricorso all’Alta Corte di Lahore. Ci vogliono quasi quattro anni perché quest’ultima si pronunci. 4 gennaio 2011 Viene assassinato il governatore del Punjab, l’islamico Salman Taseer: si era schierato pubblicamente a favore di Asia. Il 2 marzo stessa sorte per Shahbaz Bhatti, ministro delle Minoranze cattolico, ucciso a Islamabad. 16 ottobre 2014 Dopo sei rinvii e infiniti ritardi, il tribunale di Lahore conferma la pena capitale per la madre cattolica. Per gli attivisti per i diritti umani e i tanti mobilitati nel mondo in favore della donna, si tratta di una doccia fredda. L’ultima speranza si salvare Asia è la Corte Suprema.
5 aprile 2015 In occasione della Pasqua, Asia Bibi rivolge un appello diffuso da “Radio Vaticana”. «Tutti dobbiamo imparare dall’insegnamento e dal sacrificio del Cristo, messo in croce per noi e che ha perdonato tutti coloro che gli hanno fatto del male. In questo giorno speciale, chiedo ai cristiani in Pakistan di vivere e pregare per la pace». 15 aprile 2015 Dopo aver ottenuto il sostegno delle autorità italiane, Ashiq Masih e la figlia Eisham partecipano all’Udienza generale e ricevono il conforto e la benedizione di papa Francesco.
10 luglio 2015 Il marito di Asia lancia l’allarme sui media britannici: gli estremisti hanno esortato a uccidere la donna in caso fosse rilasciata dalla Corte Suprema. E hanno imposto una taglia sulla sua testa: già in passato i fondamentalisti hanno posto taglie sulla donna cattolica.
2. Se mi convertissi sarei libera, preferisco morire cristiana. Scrivo da una cella senza finestre
Asia Noreen Bibi - Prigione di Sheikhupura, Pakistan sabato 8 dicembre 2012
Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di buona volontà dalla mia cella senza finestre, in isolamento in Pakistan. Sono rinchiusa qui dal giugno del 2009. Sono stata con¬dannata a morte per blasfemia contro il profeta Maometto.
Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico delitto, è di essere cattolica. Se il Signore misericordioso vuole che ciò avvenga, chiedo agli spagnoli di pregare per me e intercedere presso il presidente del mio bellissimo Paese affinché io possa recuperare la libertà. Un giudice, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi condannata a una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita all’islam. Gli ho risposto con tutta onestà che preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana. Due uomini giusti sono stati assassinati per aver chiesto per me giustizia e libertà. Salman Taseer, venne assassinato il 4 gennaio 2011. Due mesi dopo un ministro del governo nazionale, Shahbaz Bhatti, cristiano come me, fu ucciso per lo stesso motivo. Nostro Signore e Salvatore, ci ama come esseri liberi e credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato. Ho provato una grande emozione quando ho saputo che il Santo Padre Benedetto XVI era intervenuto a mio favore.
3. IL COLLOQUIO. Asia Bibi: “L’unico dono dell’isolamento: ho imparato a leggere. E ho la Bibbia”
Michela Coricelli mercoledì 19 giugno 2013
«Sono in prigione dal 16 giugno del 2009. Mi manca la mia famiglia. Allora mi indebolisco». Asia Bibi non parla quasi con nessuno. Ha sempre avuto contatti limitatissimi, anche se una delle guardie femminili le ha fatto un “dono”: le ha insegnato a leggere. Da un po’ di tempo riesce a sfogliare e comprendere da sola la Bibbia. Fra le poche persone che l’hanno visitata costantemente a Sheikhupura – oltre ai familiari – ci sono anche i rappresentanti di una piccola Ong di ispirazione cristiana, la “Renaissance Education Foundation”. La voce di questa donna – madre di cinque figli — è la tenace testimonianza di fede di una minoranza coraggiosa, minacciata dall’intolleranza e dalla rabbia di chi ha abbracciato il fanatismo. «La maggior parte del tempo,lo trascorro pregando. Ho sacrificato la mia vita per la mia religione, per seguire Gesù Cristo.Credo in Dio e nel suo grande amore e sono orgogliosa di sacrificarmi». Asia Bibi dice di essere disposta a «passare la sua vita in prigione, come cristiana» piuttosto che «convertirsi a un’altra religione in cambio della libertà. La forza di Asia Bibi non si limita alla resistenza. In questa angosciante storia di ingiustizia, non ha parole di astio. «Gesù Cristo nostro Signore ci ha dato molti esempi di perdono», dunque «secondo l’insegnamento cristiano io li ho perdonati».
4. La lettera. Asia Bibi scrive al Papa: fiducia nel progetto che Dio ha per me
Asia Bibi - dal carcere di Multanmercoledì 1 gennaio 2014
Asia Bibi scrive al papa Francesco una lettera che dice:«A Sua Santità Papa Francesco: io Asia Bibi vorrei esprimere tutta la mia più profonda gratitudine a Dio e lei, Padre Santo. Come molti altri prigionieri, anche io ho festeggiato la nascita del Signore nel carcere di Multan, qui in Pakistan.Vorrei ringraziare la Renaissance Education Foundation che ha fatto avverare il sogno di vivere quel momento insieme a mio marito e ai miei figli, portandoli qui a Multan. Non so quanto potrò andare ancora avanti. Se sono ancora viva è grazie alla forza che le vostre preghiere mi danno. Ho incontrato molte persone che parlano e combattono per me. Purtroppo ancora non è servito. In questo momento voglio affidarmi solo alla misericordia di Dio. Lui può liberarmi. Prego, inoltre, per tutti coloro che lavorano e raccolgono fondi per la mia causa. Certa di essere ricordata nelle sue preghiere, la saluto con affetto.Asia Bibi, sua figlia nella fede.
Vita e Parola di Dio
SALMO 138, 7-8 Asia trascorre parte delle sue giornate leggendo la Bibbia. «Ripeto sempre le parole contenute nei versetti 7 e 8 del salmo 138. Recitano così: "Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni vita; contro la collera dei miei avversari stendi la tua mano e la tua destra mi salva. Il Signore farà tutto per me. Signore, il tuo amore è per sempre: non abbandonare l’opera delle tue mani".
RINGRAZIAMENTO A CRISTO
«Comincio la mia giornata con il nome di Cristo sulle labbra.Termino tutte le mie giornate ringraziando il mio Cristo, che è stato con me tutto il giorno e che mi dona la notte per rendere grazie e riposarmi».
LIBERTA' E PREGHIERA
Bibi ha chiesto a Dio «di perdonare tutti coloro che abusano del mio nome per trarne profitto e di darmi presto la libertà». A Papa Francesco, la donna chiede «con forza» di «ricordarmi nelle loro preghiere. Io sono convinta e credo che le vostre preghiere possano aprire presto la porta della mia cella e liberarmi».
TESTIMONE DI CRISTO
Al giudice che l’ha condannata a morte, Asia rispose: «Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».
FRASI DI ASIA BIBI
“Il mio torto? Solo quello di avere bevuto dell’acqua proveniente da un pozzo di alcune donne musulmane usando il «loro» bicchiere. Perché io, una cristiana, cioè una che quelle sciocche compagne di lavoro ritengono impura, ho offerto dell’acqua a un’altra donna”.
"Quando si è cristiani in Pakistan, ovviamente bisogna tenere gli occhi un po’ più bassi. Certi ci considerano cittadini di seconda categoria. A noi sono riservati lavori ingrati, mansioni umili. Nel mio Paese l’accusa di bestemmiatore è indelebile. Essere sospettati è già un crimine agli occhi dei fanatici religiosi che giudicano, condannano e uccidono in nome di Dio. Mi piacerebbe credere che prima di essere esponenti di questa o quella religione siamo anzitutto uomini e donne…”.
“Solo il governatore del Punjab, Salman Taseer, e il ministro cristiano per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, hanno avuto il coraggio di sostenermi pubblicamente e di opporsi a questa legge antiquata. Questi uomini pieni non hanno rinunciato a battersi per la libertà religiosa, affinché in terra islamica cristiani, musulmani e indù possano vivere in pace. Un musulmano e un cristiano che versano il loro sangue per la stessa causa: forse in questo c’è un messaggio di speranza”.






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