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Verità

  • infocarceriamoci
  • 9 mag 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel linguaggio corrente si dice vero un pensiero, una parola conforme alla realtà, quella realtà stessa che si svela che è chiara ed evidente per lo spirito. Questa è la concezione intellettualistica dei Greci,non molto lontana dalla nostra. La nozione biblica di verità è diversa, non si ferma al concetto intellettuale, perché si fonda su un'esperienza religiosa, quella dell'incontro con Dio.

NUOVO TESTAMENTO

Paolo nel Nuovo Testamento se ne serve nel senso di sincerità o nella espressione «dire la verità».Profondamente biblica è la formula «la verità di Dio» per designare la fedeltà di Dio alle sue promesse, così pure alètheia nel senso di verità morale, di rettitudine: opposta alla ingiustizia, sinonimo di giustizia, essa caratterizza il comportamento che Paolo si aspetta dai suoi cristiani.

La grande novità cristiana è questa: che Cristo è egli stesso la verità. Lo è non tanto perché possiede la natura divina, ma perché, Verbo fatto carne, ci rivela il Padre. Gesù spiega il senso di questo titolo unendolo a due altri: egli è « la via, la verità e la vita »; è la via che conduce al Padre, proprio perché lui, l'uomo Gesù, ci trasmette in se stesso la rivelazione del Padre e così ci comunica la vita divina.

Giovanni sottolinea con forza la funzione della verità nella vita del fedele. Egli deve «essere dalla verità»: dopo aver aderito una volta per sempre alla nuova vita mediante la fede, il cristiano deve nascere dallo Spirito e sforzarsi di essere abitualmente sotto l'influsso della verità che rimane in lui per diventare un uomo nato dallo Spirito. Soltanto colui che rimane così nella parola di Gesù giungerà a conoscere veramente la verità e ad essere liberato internamente “dal peccato mediante questa verità. Giovanni vede così nella alètheia il principio interiore della vita morale e conferisce alle antiche espressioni bibliche una pienezza di senso cristiano: «fare la verità» significa accogliere e fare propria la verità di Gesù o convertirsi a lui riconoscendosi peccatore; «camminare nella verità» significa procedere nel precetto dell'amore, lasciarsi dirigere nella propria azione dalla verità, dalla fede. Amare i propri fratelli «in verità», significa amarli con la forza della verità che rimane in noi.

La verità in senso cristiano non è quindi il campo immenso del reale, che noi dovremmo conquistare con uno sforzo di pensiero, ma è la verità del vangelo, la parola rivelatrice del Padre, presente in Gesù Cristo ed illuminata dallo Spirito, che dobbiamo accogliere nella fede perché trasformi le nostre esistenze.

2Gv 1-6 Camminare nella verità

1 Io, il Presbìtero, alla Signora eletta da Dio e ai suoi figli, che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità,

2 A causa della verità che rimane in noi e sarà con noi in eterno.

3 Grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte di Dio Padre e da parte di Gesù Cristo, Figlio del Padre, nella verità e nell'amore.

4 Mi sono molto rallegrato di aver trovato alcuni tuoi figli che camminano nella verità, secondo il comandamento che abbiamo ricevuto dal Padre.

5 E ora prego te, o Signora, non per darti un comandamento nuovo, ma quello che abbiamo avuto da principio: che ci amiamo gli uni gli altri.

6 Questo è l'amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore.


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